Situata tra la pianura friulana e le Valli del Natisone, via di antichi traffici con il Centro Europa, punto di incontro nei secoli di varie culture, Cividale è una delle più affascinanti e antiche cittadine friulane.

La sua fondazione avvenne nel 53 a.C. ad opera di Giulio Cesare che la chiamò Forum Iulii, denominazione che si estese a tutto il territorio dando in nome alla regione che ancora oggi conserva l'antico appellativo di Friuli. Nel VI secolo vi si stabilirono i Longobardi che scelsero Cividale come sede del primo ducato longobardo. La competenza territoriale della cittadina era molto estesa andando a comprendere praticamente l'attuale Friuli tanto che anche nel medioevo, dal regno dei Franchi in poi (furono proprio i Franchi a darle il nome chiamandola Civitas Austriae, cioè capitale della marca orientale), Cividale mantenne una posizione di primo piano: i patriarchi di Aquileia, feudatari del Friuli, vi ricevevano la loro investitura, e, specie sotto i granduchi Ratchis e Astolfo, vi fiorirono attività culturali ed artistiche.

Sebbene la lenta decadenza ebbe il suo inizio già a causa dello spostamento del centro economico della regione nella città di Udine, le cui contese portarono rovine e perdite, Cividale perse definitivamente di importanza solo nel 1420 a seguito della conquista del Friuli da parte della Repubblica Veneta. Inoltre, nel 1509 i Duchi d'Austria sbarrarono la strada del Natisone, con conseguente perdita, per la cittadina, di quella residua funzione mercantile di antica memoria.

Dopo il trattato di Camporformido, nel 1797, entrò a far parte dell'impero austroungarico fino al 1866 quando venne annessa al neo costituitosi Regno d'Italia, come fortemente desiderato della popolazione locale che, anche nel periodo imperiale, mantenne sempre un comportamento antiaustriaco.

Dal 1943 al 1945 la città partecipò attivamente alla lotta partigiana nonostante nella zona vi fossero formazioni di contraria ispirazione politica.

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